Design stocastico, questo è il titolo del libro, leggendolo vi dar à un certo qual profumo di mela e di serpente. Un titolo che oltre ad indicare la tematica, il design, è rematico, cio è valutativo. Aleatorio, casuale dal greco: stochastikos che mira bene, che tende a congetturare, da stochos bersaglio, congettura. Non è una parola facile: pu ò grossomodo essere usata come sinonimo di casuale, ma in ambito scientifico (in particolare matematico e fisico) assume dei significati pi ù complessi. Senza calarci nello specifico, si pu ò approssimare che in questi campi lo stocastico qualifichi dei modelli descrittivi di situazioni che impongono di tener conto di variabili probabilistiche. In questo senso lo stocastico diventa il non-deterministico, ci ò che implica un margine imprevedibile di casualit à . Ad ogni modo è una parola che, fuor di scienza, ha avuto una certa diffusione in quanto è s ì un sinonimo di casuale, ma appartiene ad un registro elevato - e volendo essere malpensanti si potrebbe dire che parte del suo successo derivi proprio dal suo essere una parola poco intellegibile, dal fascino esoterico. Rispetto all ’ aleatorio, poi, sembra che denoti un casuale... un po ’ meno casuale, o quantomeno un casuale osservato con un occhio pi ù maturo e scientifico. Questo termine comunque non nega la natura finalistica del progetto ma ammette la compatibilit à , la commistione, la sovrapposizione di atti pianificatori e di eventi casuali, vale a dire la coesistenza d ’ intenzione e di rischio, cio è senza il casuale, non possono esserci cose nuove. Inoltre i nuovi sviluppi del progetto, rendono necessario anche il superamento dei confini convenzionali delle discipline. Vale quanto scrive Edgar Nahoum: “ C ’ è un ’ inadeguatezza sempre pi ù ampia, profonda e grave tra i nostri saperi disgiunti, frazionati, suddivisi in discipline convenzionali e realt à o problemi sempre pi ù polidisciplinari, trasversali, multidimensionali ” . Questo è il mood principale dell ’ argomento design e nel nostro caso sulla formazione.