REDAZIONE
“ vi è pi ù da fare nell ’ interpretare le interpretazioni che
nell ’ interpretare le cose; e vi sono pi ù libri sui libri che su
ogni altro argomento; non facciamo altro che criticarci a
vicenda ” (Michel Montaigne)
“ Design stocastico ” . Il titolo del libro è provocatorio, come l ’ immagine della copertina, la pecora Dolly. Ambedue cercano di fornire una cassa di risonanza semantica, a partire dalla quale, è possibile, se non fissare, per lo meno liberare il senso di questo libro. Al di l à di delicate questioni definitorie, il titolo suggerisce che la trattazione dell ’ argomento è basato su dei criteri probabilistici. In seguito verr à chiarito in che senso si intende questa intestazione. Questo scritto, è un resoconto sull ’ attivit à didattica svolta, in molti anni di insegnamento, dall ’ autore, con il preciso scopo di delineare i tratti peculiari della sua visione sulla formazione nel campo del design, in forte opposizione con l ’ impostazione tradizionale, delle eredit à metodologiche del movimento moderno. Questo libro risulta essere una lettura stimolante sia per lo studente che per lo studioso, che sapr à cogliere nell ’ apparente oggettivit à descrittiva di tematiche note e meno note gli aspetti innovativi, le chiavi interpretative come pure, le predilezioni e le convinzioni dell ’ autore. Si tratta di un percorso di analisi che, anche se non è la costruzione univoca della disciplina, ne esplora per ò i confini, le frontiere e le evoluzioni anche rispetto agli ambiti pi ù consolidati. È comunque opportuno chiarire le ragioni della struttura frammentaria di questo libro nel suo alternare il discorso obiettivo a quello soggettivo. Tale disorganica omogeneit à pu ò trovare una giustificazione soltanto per il percorso complesso seguito per poter giungere al risultato atteso, a testimonianza dello stato attuale della ricerca metodologica nell ’ ambito della didattica progettuale .Tutto ci ò premesso, il libro nasce in una forma di riflessione sul tema della formazione, nelle sue diverse declinazioni: insegnamento/apprendimento, affrontati da diversi punti di vista.
“ Scrivo per rintracciare il bandolo della matassa, per capire
meglio quello che penso sull ’ argomento. Scrivo per fare
chiarezza. Scrivo per mettere delle parole su quello che
provo ” (C.V.)
La funzione primaria di un libro consiste nel comunicare dei pensieri, anche se oggi, non è pi ù l ’ elemento centrale della costruzione della cultura contemporanea. Le ragioni sono varie ma la pi ù significativa è che la Rete ha accelerato la nostra disabitudine alla lettura lunga, alla concentrazione su una lettura e a un ’ occupazione sola. Altra questione centrale nella crisi dell ’ oggetto libro è che è diventato marginale come mezzo di diffusione della cultura, che invece sempre pi ù trova luoghi di dibattito, espressione, sintesi, su internet e in formati pi ù brevi. Assicurare la successione del libro all ’ epoca dell ’ elettronica, non è soltanto cercare di riprodurlo il pi ù fedelmente possibile, in digitale, ma è tener conto della rottura fondamentale intervenuta fra il testo e il suo supporto. Dal libro oggetto si è passati al libro biblioteca, al libro interattivo, al libro in rete, al libro multimediale. La smaterializzazione del testo, la sua disseminazione sui supporti pi ù svariati e la convergenza dei differenti media lasciano pensare che se il libro ha un passato, il testo ha un avvenire di cui l ’ e-book è una delle figure possibili. È una considerazione ormai condivisa e assodata: la specie umana sta diventando inadatta alla lettura lunga. Poi restano gli appassionati dei libri cartacei: lo siamo